Dal 27 marzo al 9 aprile (e oltre) in Piemonte, Valle d’Aosta e nelle edicole della Regione Liguria, a Ponente, sarà possibile incontrare un romanzo che si addentra nel buio dell’archetipo originario: la Grande Madre. La storia è un intreccio Noir e poetico, psicologico con tracce horror scritto da Valeria Bianchi Mian.
Marianna Massimello, filosofa e traduttrice delle più importanti opere psicoanalitiche, tra le quali il Libro Rosso di Carl Gustav Jung, così descrive “Le signore dei giochi”:
Le signore dei giochi / Nota di Marianna Massimello
Con questo titolo s’intendevano le cosiddette masche, ovvero le “streghe”, sulle quali in Piemonte non mancano leggende e fiabe. Nella fiaba della “Barba del conte”, narrata da Italo Calvino nella sua raccolta di Fiabe italiane, compare per esempio la figura della Masca Micillina, la quale altri non era che il conte del paese di Pocapaglia travestito, intento a derubare i suoi sudditi, facendo leva sul terrore e la paura. Niente di nuovo sotto il sole.
Nel libro di Valeria Bianchi Mian, le “signore dei giochi” si sono materializzate nella figura di tre bizzarre signore anzianotte e sensitive, che si prodigano ad aiutare il prossimo, in specie la baronessa Maria Teresa, che rimpiange la scomparsa di una sua protetta di tanti anni prima: una straniera in dolce attesa, sparita senza lasciar traccia di sé.
Ci si può chiedere se esista un filo rosso che collega il mito e la tradizione celtica delle tre Parche, o sacerdotesse raffigurate su una pietra antica, e gli avvenimenti attuali, con assassini, tentati omicidi, rimorsi e rimpianti? Alla fine la verità verrà a galla, grazie anche alla temeraria e impavida investigatrice Greta, pronta a lanciarsi in una nuova avventura. Protagoniste della narrazione sono le Grandi Madri, di pietra e in carne ed ossa, anziane e giovani.
I personaggi di questa storia, alla fine, troveranno la Sophia, quell’aspetto senza il quale il femminile resta monco o può rivelare un’Ombra distruttiva? È necessario leggere il libro per conoscere la risposta.
Questo corposo romanzo è anche un affresco di luoghi torinesi vissuti: dal quartiere della movida alla Casa del Quartiere, dalle ville della collina ai palazzi patrizi del centro. La trama è intrigante e le relazioni tra i vari personaggi appaiono intricate e complesse, e mutano e si trasformano nel corso della narrazione, annunciando l’arrivo di un nuovo Zeitgeist. (M.M.)
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In una piovosa notte di giugno, lungo un sentiero in un bosco delle valli di Lanzo, Greta Pietropaoli corre a perdifiato. Ferita al ventre, è inseguita da qualcuno che vuole ucciderla. Due settimane prima, la vita di tre eccentriche signore torinesi, sensitive dedite alle pratiche extrasensoriali, note al pubblico di affezionati clienti con il nome di ziette, viene sconvolta dall’entrata in scena di un documento del 1995. Da quel momento, il nome di Eva Amariei sarà il filo rosso sangue che attraversa le vicende del romanzo, andando a narrare il mistero della scomparsa di una clochard all’ottavo mese di gravidanza. A chi potrebbe interessare, quasi trent’anni dopo, svelare o nascondere il destino di una donna «invisibile»? Che rapporto hanno con la maternità le protagoniste femminili, quando c’è chi ha perduto un figlio, chi non ha alcuna intenzione di generare, chi farebbe qualsiasi cosa per potersi dire madre, chi sta per partorire? Le tre ziette, la tarologa Viviana e la stessa Greta saranno inesorabilmente coinvolte in strani, crudeli accadimenti.
- Presentazioni:
- Circolo dei Lettori di Torino, 8 aprile ore 18,00 con gli autori di Piemonte in Noir
- Libreria Belleville di Torino, 18 aprile ore 18,00 con l’accompagnamento di Massimo Tallone

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