NOTA ALLE SIGNORE | Di Maria Antonietta Macciocu

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(di Valeria Bianchi Mian)

La scrittrice sarda/torinese Maria Antonietta Macciocu, con la quale ho condiviso piacevolmente alcuni eventi di “meticciato letterario”, da poco tempo impegnata nella promozione dell’ultimo suo Noir scritto con Ernesto Torta, Golem Edizioni, a proposito del quale anch’io produrrò una nota critica, mi regala le seguenti riflessioni.

Scrive:

Appena finito di leggere Le signore dei giochi di Valeria Bianchi Mian, Capricorno edizioni.

È un Noir?
Certo, gli ingredienti ci sono tutti, e il filo originario si fa seguire con attenzione fino alla fine.

È un romanzo indipendente dal genere?
Anche, perché non si è solo portati dalla curiosità a correre verso la soluzione del mistero, ma anche ad entrare e sostare negli ambienti che si dipanano via via e si intrecciano.
Anzi per me è proprio questo il lato più interessante e coinvolgente del romanzo, la miriade di personaggi, uomini e donne, che si incontrano, interagiscono, hanno segreti, misteri, manie, abitudini, in un caleidoscopio di caratteri e azioni. Azioni che non sono semplici atti, ma il risultato di meccanismi psicologici ed emotivi che l’autrice, psicoterapeuta, conosce e ci porge con competente veridicità.
Le donne sono assolute protagoniste, buone e cattive ma sempre più sicure ed energiche rispetto agli infantilismi degli uomini, pronte a inventarsi la vita a tutte le età, e tutte, dico tutte, perseguitate dal meticcio culturale, che diventa facilmente umorale e emozionale, della maternità.


Il linguaggio, anche se a volte forse un po’ troppo specifico, è giovanile e pervaso di ironia, attento ai particolari che definiscono le personalità e gli ambienti che loro abitano, eppure svelto, in un promiscuo sacro e profano, colto e parlato, in cui è facile ritrovarsi.
Mi sono goduta questa tranche di commedia umana con calma, e consiglio anche a voi di leggere senza avere fretta.

*

Grazie Maria Antonietta, e a buon rendere.

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