Ispirazioni è un luogo libero e creativo, un giardino che lascia spazio alla potenza selvatica.
Nel giardino perfetto l’elemento selvatico ha voce. Non può tacere e non può restare inascoltato. È la Bellezza vitale, quella che ci conduce al punto in cui il vivere e il morire si rivelano forze gemelle.
Al mio orecchio sensibile le foglie – parlavano / i cespugli – erano campane – non riuscivo ad allontanarmi da quelle sentinelle della natura.
Il giardino dove il dire poetico trova casa non sfoggia prati all’inglese, potature punitive, sradicamenti.
Se in una grotta tentavo di nascondermi / le pareti – cominciavano a raccontare – / il creato sembrava un immenso spacco – / che mi rendeva visibile –
Nascondersi nel bosco è farsi tale e quale al bosco, alla roccia, al centro.
[Versi di Emily Dickinson / 891 in L’incanto di un prato fiorito, Edizioni del Baldo, 2010 – §]

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Segnalo una preziosa raccolta uscita a gennaio – Crocetti Editore.

Le poesie scelte da Jorie Graham raccolte in questo volume rappresentano un campionario esemplare della vastissima produzione di Emily Dickinson e racchiudono i motivi più rilevanti e le caratteristiche stilistiche principali della sua poetica. L’obiettivo principale di questa traduzione è innovare la resa in italiano del linguaggio di Emily, rispettando nel modo più fedele possibile l’effetto realistico rispetto all’epoca: una lingua non artefatta né letteraria in modo innaturale. Questa traduzione vuole presentare, dunque, una versione quanto più autentica della scrittura poetica di Dickinson e del suo carattere di autrice: una figura che non fu soltanto la sacerdotessa di un culto lirico
confessionale, ma un’intellettuale donna al passo con i tempi, pronta a dibattere su questioni di politica, filosofia, scienza e religione. Lo stile e la lingua di questa poesia testimoniano, infatti, che Dickinson si confrontava acutamente con le questioni intellettuali e sociali più rilevanti della sua epoca, anzi che era all’avanguardia, anticipando fenomeni artistici e di pensiero del Novecento.
Emily Dickinson nacque il 10 dicembre 1830 in una delle più importanti famiglie di Amherst, Massachusetts. Le vicende della sua vita, vissuta quasi interamente nello spazio della sua stanza e del giardino della casa paterna, sono state in parte ricostruite grazie alle numerose lettere che la poetessa inviò ai parenti e agli amici. Emily si allontanò da Amherst soltanto per frequentare il collegio femminile di Mount Holyoke (1847-1848), per un viaggio di qualche settimana a Washington e a Philadelphia (1855) e per brevi soggiorni a Boston per motivi di salute. A Philadelphia conobbe il reverendo Charles Wadsworth, ritenuto il suo grande e irrealizzato amore: si rividero altre due volte, nel 1860 e nel 1880, in occasione di due visite inattese del reverendo a casa Dickinson. Quasi tutte le 1775 liriche composte da Emily, da lei rilegate in fascicoli cuciti a mano e custodite gelosamente, furono ritrovate e pubblicate soltanto dopo la sua morte, avvenuta il 15 maggio 1886. La prima edizione complessiva delle sue poesie, a cura di Thomas H. Johnson, risale al 1955.
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Introduzione di Maria Borio
Traduzione di Maria Borio e Jacob Blakesley
pag 184 euro 15,00 | In libreria 28 gennaio 2025
isbn 9788883064517
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Io sono Nessuno! Chi sei Tu?
Sei – Nessuno – anche tu? Allora siamo in due!
Non dirlo! Sai, ci caccerebbero via!
Quanta fatica – essere – Qualcuno!
Quanto volgare – come una Rana –
Sbraitare il tuo nome – tutto il santo giugno –
Ad un pantano adorante!
[Traduzione di Maria Borio e Jacob Blakesley, 288]
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Dai tempi della scuola, i versi che non posso scordare
ancora mi domandano
perché morire?
Dal diario del liceo.
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Morii per la Bellezza, ma ero appena
composta nella tomba
che un altro, morto per la verità,
fu disteso nello spazio accanto.
Mi chiese sottovoce perché ero morta
gli risposi “Per la Bellezza”.
“E io per la Verità, le due cose sono
una sola. Siamo fratelli” disse.
Così come parenti che si ritrovano
di notte parlammo da una stanza all’altra
finché il muschio raggiunse le labbra
e coprì i nostri nomi.
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Eppure…
Chi non trova il Paradiso – quaggiù / non lo troverà lassù
(grazie Emily)
gli angeli abitano nella casa accanto
(o nel giardino)
ovunque ci spostiamo.
[1544, §]

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