[di Maurizio Micheletti]
IL CANTICO DELLE CREATURE: UN INNO ALL’AMORE, IL PRIMO CANTO DELL’ANIMA IN LINGUA VOLGARE

Il Cantico delle Creature, o Laudes Creaturarum, è il capolavoro poetico e spirituale di San Francesco d’Assisi e fu composto a più riprese dal 1224 al 1225, tra il convento delle Clarisse di San Damiano e il vescovado di Assisi, in un periodo in cui il Santo era gravemente malato e quasi cieco.
Il Cantico si distingue per la sua duplice importanza, sia storica che letteraria: scritto in volgare (specificamente, il volgare umbro), segna il cruciale passaggio dal latino e viene riconosciuto come il primo componimento poetico in italiano di cui si conosca con certezza l’autore (il primo, in certo senso, a essere “firmato”).
Nella sua essenza, è una preghiera che si esprime in sublime poesia, assumendo la forma di una gioiosa “lauda” al Creatore. Francesco, con la sua commovente semplicità, nel Cantico celebra l’armonia e la bellezza del creato presentandoci dapprima i luminari (Sole e Luna) e le stelle, poi i quattro elementi (Vento, Acqua, Fuoco e Madre Terra), per giungere infine alle relazioni umane, lodando coloro che si alimentano del perdono reciproco e si sostengono nelle tribolazioni. Il finale è un potente richiamo ad accogliere “sora nostra Morte corporale”, che ha una sua ragion d’essere nel ciclo della vita e proprio per questo viene lodata, affinché la sua venuta ci trovi preparati ad evitare la “morte seconda” – che altrimenti impedirebbe il passaggio decisivo dell’anima verso la Luce di Dio (questo è l’unico grande ammonimento presente nel Cantico, volto ad esortare l’uomo a conformarsi alla volontà di Dio, o, in termini più attuali, nell’usare al servizio del Bene di tutti il dono del “libero arbitrio”).
A ottocento anni dalla sua nascita, l’opera conserva una sorprendente attualità e ci invita a riscoprire l’eredità del Santo: custodire la terra – l’unica nostra casa comune – riscoprendo la fratellanza tra gli uomini e tutte le altre forme di vita che la abitano, nell’esigenza-urgenza di dar vita a un’ecologia integrale. La lode di Francesco ci insegna che non v’è alcuna distanza tra il prendersi cura del creato e il prendersi cura dell’anima, nell’atto del riconoscere l’amore di Dio operante in ogni creatura desiderosa di servirLo.
Come scrisse Christian Bobin in quel suo meraviglioso libricino intitolato “Francesco e l’infinitamente piccolo”, chi ha nel cuore il desiderio di pronunciare le parole del Cantico, “è quanto mai lontano da sé stesso e vicino al tutto. Più niente lo separa dal suo amore poiché il suo amore è ovunque.”
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IL CANTICO DELLE CREATURE
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore
[et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite e preziose e belle,
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Vento
e per aere e nubilo e sereno et onne tempo,
per lo quale a le Tue creature dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor`Aqua,
la quale è multo utile et humile e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
ed ello è bello e iocundo e robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore,
[per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore,
[per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skampare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicite mi’ Signore e rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.
– Francesco di Assisi, 1225
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Questa versione del cantico è stata ripresa dal Saggio “Laudato si’ mi’ Signore – il Cantico delle creature: introduzione e commento spirituale”, di Carlo Paolazzi, Edizioni Porziuncola, Assisi, 2024.
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SUGGERIMENTI PER UNA BIBLIOGRAFIA MINIMA
Sulle fonti biografiche (la vita)
- Fra Tommaso da Celano, Vita di San Francesco d’Assisi e Trattato dei Miracoli, a cura di Fausta Casolini, Edizioni Porziuncola, Assisi, 2000.
Sul “Cantico delle Creature”
- Carlo Paolazzi, Laudato si’ mi’ Signore, il Cantico delle creature: introduzione e commento spirituale, Edizioni Porziuncola, Assisi, 2024.
- Silvia Bernardi, Il cantico delle creature, Pazzini Stampatore Editore, Villa Verucchio (RN), 2025.
San Francesco dal punto di vista storico
- Alessandro Barbero, San Francesco, Editori Laterza, Bari, 2025.
Interpretazioni poetiche e liriche
- Alda Merini, Francesco, canto di una creatura, Sperling & Kupfer, Milano, 2007.
- Christian Bobin, Francesco e l’infinitamente piccolo, traduzione dal francese di Giovanna Troisi Spagnoli, Edizioni San Paolo, Milano, 1994.
Per un confronto personale con la spiritualità di San Francesco
- Carlo Carretto, Io, Francesco, Cittadella Editrice, Assisi, 1980.


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