Non fatemi leggere ai bambini | Claudia Zironi | Puntoacapo

Non fatemi leggere ai bambini non è un romanzo e non è una raccolta di racconti, ma è anche entrambe le cose.
Si tratta di un meta-racconto la cui struttura principale è richiamata e sviluppata nelle pagine di diario che lo compongono, in una sorta di scatole cinesi che si ricompongono nell’epilogo, con un ampio intreccio e un misterioso filo conduttore. Gli scritti sono realizzati in tecnica mista, con l’utilizzo di registri che vanno dal drammatico all’ironico, e toccano tematiche psicologiche, filosofiche e sociali.
ESTRATTO DALLA PREFAZIONE
Esistono storie che non vogliono essere raccontate
o siamo noi a non essere pronti ad ascoltarle?
Nel silenzio di una stanza d’ospedale, la verità prende forma tra le parole di una vecchia signora enigmatica. Ma chi è davvero la narratrice di questa storia? E chi, alla fine, accederà al suo segreto?
Non fatemi leggere ai bambini è un’opera che sfida le convenzioni narrative, un meta-racconto in cui realtà, memoria e immaginazione si intrecciano in una struttura a cornice. Il fulcro della vicenda è una misteriosa anziana dagli occhi cerulei che, seduta accanto al padre morente in un ospedale, legge ad alta voce il proprio diario. Le pagine si sfogliano senza apparente ordine, eppure ogni parola sembra seguire un disegno nascosto. Ad ascoltarla c’è una terza persona, un’infermiera, costretta in una sorta di trance a trascrivere ogni frase, mentre la narrazione oscilla tra prima e terza persona, tra frammenti di vite e intuizioni precognitive.
Attraverso una scrittura densa e polifonica, Claudia Zironi costruisce un mosaico in cui il tempo si piega e si espande, alternando registri che vanno dal drammatico all’ironico, dal filosofico al sociale. La storia della vecchia signora si intreccia con altre voci e personaggi memorabili, in prevalenza della scena bolognese.
Il diario, con le sue date sconclusionate e la sua struttura non lineare, cela una conoscenza fuori dal tempo, un testimone destinato a passare di mano. Solo nel finale i fili della narrazione si ricompongono, rivelando la trama per ciò che è: un percorso di rivelazione, un’indagine sulla verità ultima dell’universo.
Zironi sfida il lettore a lasciarsi trasportare senza preconcetti, in un viaggio che è al tempo stesso interiore, mondano e metafisico, dove ogni parola diventa un tassello essenziale di un mistero più grande.
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Incipit
I
La vecchia vegliava un antichissimo padre morente e, mentre vegliava, pareva che pregasse.
A suo modo lo faceva.
Teneva tra le mani un grosso quaderno spiegazzato, dalla copertina nera, che apriva a casaccio, e da lì
leggeva come fosse un breviario.
Si trattava del suo diario personale – come compresi più tardi: pensieri, idee, scritture, ricordi e ben
altro… – in cui era difficile individuare il confine tra realtà e immaginazione.
Dunque, nella luce notturna dell’ospedale, quando il silenzio calò, al termine del giro infermieristico di
turno, mi misi in ascolto e faticosamente annotai le sue parole, subito trasalendo poiché la data del primo
scritto era quella di oggi: Giovedì, 20 luglio 2023.
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Claudia Zironi proviene da studi linguistici e orientalistici nei quali ha provato particolare interesse per le filosofie indiane induismo e buddhismo e per il libro cinese dei mutamenti – I Ching. È appassionata dell’arte che più si avvicina alla filosofia, e che costituisce l’architettura di tutte le arti: la poesia. È incuriosita dalla mi incuriosita dalla fisica quantistica che più di ogni altra forma della scienza lede il labile confine con la metafisica, adora il surrealismo ma è anche attenta al nostro presente socio-politico.
Ha scritto questo libro perché, avendo una concezione della realtà non lineare, fatta di frammenti, ricordi, paure, segni e visioni che si concatenano in cause ed effetti, in un mosaico di significati, voleva esplorare la frontiera tra ciò che è scritto e ciò che è vissuto, tra memoria e predestinazione, tentare la crasi di Kairós e Kronós.
«Un viaggio nel nostro tempo oltre il tempo, dove ogni lettore è chiamato a ricomporre il senso della storia. È un libro per chi non teme l’aporia dello sperimentalismo, per chi ama perdersi nei dettagli, interrogarsi sul destino, lasciarsi stupire dai cortocircuiti e accettare che alcune risposte siano a portata di mano eppure sospese oltre il mondo sensibile.»
C.Z.
Bio di Claudia Zironi su Versante ripido:
Claudia Zironi, bolognese, opera dal 2012 nel mondo della diffusione culturale con l’associazione Versante Ripido (www.versanteripido.it) dedicata alla poesia della quale è uno dei fondatori e Presidente. Collabora anche con altre realtà associative rivolte alla cultura, all’arte e al sociale. Fa parte della redazione della rivista Le Voci della Luna. Ha fatto e fa parte di giurie di premi di poesia a rilevanza nazionale. È alla sesta pubblicazione poetica in Italia delle quali Eros e polis, nel 2016, è stata riproposta in USA in traduzione di Emanuel Di Pasquale. Nel 2019 è uscita, per i tipi di Marco Saya Edizioni, l’antologia a cura di Sonia Caporossi Claudia Zironi – Diradare l’ombra – antologia di critica e testi – 2012-2019. Nel 2020 è uscito il libro di poesie Not bad con la casa editrice Arcipelago Itaca (vincitore del Premio Città di Grottammare 2021). La camera era rossa (Industria&letteratura, 2024), uscito a seguito della vittoria del Premio Lo Spazio Letterario.
Pubblicazioni di prosa: Non fatemi leggere ai bambini è la sua prima prova in prosa.
Altre notizie si possono trovare nel sito claudiazironi.wordpress.com
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