
ARCANA | inediti 2012-2019 | silloge in revisione, perfezionamento, preparazione
di Valeria Bianchi Mian
XIV – La Torre
Mi dicono che sono distopica
(eppure non m’inchino al dio dei morti).
Noi più dei dinosauri – il botto al Lotto
ci piace fare “Pum!” tra guerra e pace.
Ci piace la Grazia concessa, audace.
Noi siamo la specie dei quasi estinti
un film di paura, reality show
sui grandi mammiferi, carapace
dell’Eden proiettato nella serra.
Noi, senza nome, siamo Utopia in terra.
Se penso agli anni futuri, la gente
che schizza fuori dal tubo su Marte
maratona a naso in su, verso cosa.
Realismo di corsa: Fant-Asia al centro
del nucleare fa Atreiu scontento.
Ti basta una bomba, mia Enola ad arte
per una Hiroshima qualunque – ciao ciao?
La carta igienica non ha l’anima
si alleva nei cessi tra l’Euro e il Bitcoin.
È il culto dell’oro in fondo al colon.
Ho un cappotto di pelo selvatico
salvato dal macero – che ero al Balon*
eoni fa, col kebab all’hic et nunc.
Indosserò la mia sopravvivenza
fuori stagione e senza convenienza.
Mio marito combatte, ha un bel bastone
da passeggio, scherma tra le rovine
un prima e dopo la fine del mondo.
Mio figlio – slalom tra micropolveri
salta la rampa tra i ricchi e i poveri
Mi dicono che sono distopica
regina di cani o una Ecate.
Si stringono all’Io, Self(ie) Telefono,
al tutto e subito che ogni Natale
è accidia flambé, luce artificiale.
Oltre la Torre coltivo l’impegno
tra i ruderi seguo d’amore il segno.
(*mercatino delle pulci a Torino)
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