Storie sbagliate Racconti e Poesie a cura di Ilaria Biondi, Ilaria Negrini, Maria Cristina SferraSe dico amore, il primo fiore che mi viene in mente è senza dubbio una rosa rossa. Sbagliato! Le autrici di questa preziosa antologia conoscono la storia dei petali che appassiscono quando il rosso trasmuta in morte, e non è una rosa la protagonista della storia ‘al nero’. “Pochi sanno”, scrivono le fanciulle dalla penna acuminata, “che in realtà il fiore che rappresenta il vero amore è proprio il tulipano“. In Persia, “il tulipano rosso era donato dall’innamorato alla sua amata” ma la narrazione procede svelando un colore che tende ai viola e ai verdi della decomposizione. Delitti curatissimi, dettagli da brivido perché, più che l’amore, in “Storie sbagliate” parlano l’odio, la crudeltà, l’egoismo, il dolore. Tra le pagine grida tutto ciò che uccide l’amore; urla la bambina dentro ogni lettore e lettrice quando, verso dopo nome, verbo dopo rima, l’intreccio di volti e corpi femminili si svela nel suo intento: colpirci in mezzo al cuore e farci vivere il tema della violenza in prima persona. Per uscirne scossi e più consapevoli. Chapeau, signore del tulipano rosso.
“Non più me” scrive Ilaria Biondi E ancora: “Morta la rosa nel mio ventre spalancato sciupato di maceria. Stretti gli aghi nel taglio scalzo della mia pelle buia.” Emma Fenu sussurra piano nel modo fiabesco che amo: “Una via d’uscita giusta per una strada sbagliata esiste sempre; anche dove la morte ha fatto calare un gelo di neve nera, le parole possono far germogliare dai semi gettati sulla terra delle tombe i fiori della libertà.” E la via si scorge tra le nebbie, sfuma e ritorna a gridare nelle vite di Isa la bella (Domizia Moramarco), di Virgi e di Aisha (Ilaria Negrini) e di tutte le donne che trovano corpo e sangue dentro questo libro che è danza alternata di poesia e racconto, passo a due tra ogni autrice e la propria creatura personaggio, Totentanz con la Nera Signora. Curatissimo, il testo si svolge a partire dall’idea centrale, la violenza di genere, e si dipana tornando al centro: la relazione mortale. Non tutte le Persefone rapite dagli Ade diventano regine dell’Oltretomba. “Sono sporca di terra e di sangue, immobile su questo prato freddo in cui mi hai gettata. Ero stata gentile con te, pensavo potessimo parlare, essere amici. Lo so, non era questo che volevi, ma avrebbe potuto essere bello.” (Ilaria Negrini) Avrebbe potuto, certamente. Ma non è stato. Le principesse Disney sono finite, se le scarpette rosse della ballerina grondano sangue nel racconto di Emma Fenu. “Scarpette magiche: conducetemi lontano! Scarpette magiche: fatemi arrivare oltre l’arcobaleno, inizierò dal rosso per poi assaggiare tutti i colori!” Le principesse Disney si vestono a lutto, se anche la Bella Addormentata giace morta. “Giace su un letto di petali scarlatti la piccola addormentata”. (Domizia Moramarco) Maria Cristina Sferra crea versi in memoria di “Pamela Mastropietro, 18 anni, violentata, uccisa, fatta a pezzi e chiusa in una valigia a Macerata, il 30 gennaio 2018”. Sto partendo di Maria Cristina Sferra “Sto partendo. Porto via i miei seni, porto via i miei fianchi, porto via le piante dei miei piedi.
Porto via il latte, il fuoco, la terra.
Sto partendo.
Porto via i miei occhi,
porto via le mie labbra,
porto via le mani e le mie braccia.
Porto via gli sguardi, i baci, le carezze.
Sto partendo.
Porto via tutti i miei sogni,
li ripongo uno a uno.
Tutta me stessa in piccole parti
e negli spazi si accoccola l’anima,
negli interstizi solo il silenzio.
C’è un buco al centro
dove sta il cuore.
Sto partendo.
Porto via il mio futuro dal mondo.
Chiudi piano, per favore.
Che nella mia valigia
non entri anche il dolore.”
Le autrici Ilaria Biondi Si occupa di insegnamento e traduzione. Ama lavorare con i bambini, organizzando letture animate, corsi e laboratori. Autrice di poesia, scrive storie per bambini e racconti e collabora con alcuni siti letterari con recensioni e articoli di approfondimento. Silvia Cappelli Laureata in scienze internazionali e diplomatiche, lavora all’estero in ambito di protezione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Scrive per diletto, qui alla sua seconda antologia. Emma Fenu Studiosa di storia delle donne, di letteratura e di iconografia femminile, scrive romanzi, saggi e fiabe, insegna scrittura creativa, collabora con vari magazine ed è presidente di Cultura al Femminile, associazione culturale e portale web. Domizia Moramarco Laureata in Filosofia, lavora per la Pubblica Istruzione. Ha collaborato per otto anni con una rivista del settore automotive come redattrice freelance ed è autrice di una raccolta di poesie. Scrive articoli e recensioni per alcuni siti e blog di letteratura. Ilaria Negrini Laureata in Filosofia, ha lavorato per molti anni in un centro culturale di Bologna. Collabora con varie riviste e blog scrivendo articoli e recensioni. Ha pubblicato poesie e racconti. Serena Pontoriero Romana, laureata in Filosofia, vive a Parigi da 6 anni. Lavora in un’agenzia di comunicazione digitale e collabora con vari blog. Ama leggere, ridere e battersi per le cause in cui crede. I suoi racconti sono stati pubblicati in diverse antologie. Maria Cristina Sferra Giornalista professionista e graphic designer, scrive per lavoro e per passione. Cura testi e immagine di blog, siti web e pagine social, si occupa di grafica editoriale e di ricerca iconografica. Ha pubblicato un romanzo, racconti e poesie. Link per l’acquisto: https://www.golemedizioni.it/prodotto/storie-sbagliate/ di AA.VV. a cura di Ilaria Biondi, Ilaria Negrini, Maria Cristina Sferra Il titolo Storie sbagliate rinvia alla “deviazione di rotta” dolorosa, lacerante quando non mortifera che subisce l’esistenza dei protagonisti di ogni storia. Storie di violenza psicologica e fisica, declinata in molteplici e aberranti modalità: donne uccise da un maschio dominante, bambine vittime di violenza domestica, giovani figure trattate come meri oggetti sessuali dal branco, che le molesta e le viola, bambine mutilate nella loro femminilità e innocenza, ragazzine costrette a subire indicibili angherie e violenze da donne che le considerano loro proprietà, donne nient’affatto tutelate nei loro diritti alla maternità, vessate da un ambiente lavorativo persecutorio. L’adesione delle autrici al progetto in questione parte dalla condivisione di un principio fondamentale, vale a dire la fiducia nella forza della parola letteraria come strumento di denuncia, di divulgazione e di sensibilizzazione, come atto concreto suscettibile di scardinare o almeno aprire piccole, ma significative falle in meccanismi culturali, lavorativi e sociali, modi di vivere e forme del pensare permeati, spesso in modo subdolo e dissimulato, dalla violenza e dalla violazione dei diritti (femminili in primis). L’antologia è stata strutturata in modo speculare: a ogni racconto (la maggior parte dei quali si richiamano a tragici fatti di cronaca) fa da contraltare una poesia, a esso ispirata. Solo in un paio di casi le forme espressive si invertono ed è il racconto che prende ispirazione da una poesia. Due linguaggi diversi, ma complementari, che cercano ognuno a modo proprio di raccontare l’irraccontabile, l’indicibile che è sotteso a qualsivoglia forma di violenza. (dal sito Golem Edizioni) Valeria Bianchi Mian