BESTIE, FEMMINILE ANIMALE | Recensione di Mariapia Giuseppina Barraco

Un nuovo Bestiario al Femminile

Valeria Bianchi Mian, Martina Campi, Ksenja Laginja, Teodora Mastrototaro, Silvia Rosa e Alexandra Zambà si uniscono e danno voce a una raccolta corale poetica che affronta i temi del nostro contemporaneo, nella recentissima pubblicazione di Bestie. Femminile animale, Edizioni Vita Activa Nuova APS, Trieste 2023.

La collaborazione e la sensibilità delle cinque poete diventano il progetto comune di Bestie, dove l’originalità dello stile, della struttura e dei contenuti di ogni autrice incontra la creatività dell’altra e tutte insieme rimangono unite da sentimenti condivisi verso le specie e verso il legame cosmico con ogni creatura esistente.

La preziosa ed elegante prefazione di Alexandra Zambà introduce il lettore nella raccolta illustrata delle 25 poesie, ognuna delle quali metaforicamente parla degli animali della Terra, dell’Aria, dell’Acqua, ove campeggia l’unità di misura della sensibilità dell’uomo, dell’etica e della bestialità che impera nell’animo umano.

La lumaca, la mucca, il cinghiale, lo scimpanzè, il polpo, la farfalla, la mantide, il ragno, l’ape, solo per citarne alcune, sono creature nate dalla brillante penna immaginativa delle artiste. Questi e altri animali poetici invitano a una riflessione e a una presa di coscienza sia etica che morale e umana, in un mondo in cui rischiamo l’estinzione e la fine dell’Antropocene, dove il primato dell’uomo può già definirsi in una sola formula: l’essere umano è un animale come qualsiasi altro animale.

Ogni singola poesia è accompagnata dalle illustrazioni ideate dall’artista Ksenja Laginja, realizzate con la tecnica della cianotipia, metodo di stampa fotografica caratterizzata dal tipico color Blu di Prussia, dove le sfumature delle singole illustrazioni del testo si congiungono nella percezione dell’immenso anelito alla partecipazione dell’Universo e all’appartenenza al Tutto.

Animano le illustrazioni gli intrecci floreali di color magenta – risveglio alla vita e all’energia della psiche – che sono invece di Valeria Bianchi Mian, autrice anche del preludio dal titolo “Fuoco” che richiama al lettore il principio della filosofia di Eraclito e a uno dei quattro elementi di Empedocle, ossia il principio ab-origine dell’immagine vitale, che mette in movimento il processo alchemico della trasformazione e di ogni cambiamento nel suo divenire.

Attraverso metafore e versi toccanti le poete sembrano esprimere un pensiero di psicologia archetipica di James Hillman che, nel volume Presenze animali, così si esprime: “Anche noi siamo animali, mangiamo con le unghie e coi denti, soffriamo la sete, ci accoppiamo e attacchiamo al seno i nostri piccoli, sporchiamo con le nostre deiezioni punti prestabiliti e andiamo soggetti a varie emozioni, al panico, alla lussuria, all’amore del nido, alla curiosità”.

Le venticinque Bestie delle co-poete coi molteplici sguardi alla moltitudine del regno vivente cantano – come un mantra – suoni, ritmi e metafore attraverso le parole, che si librano al battito d’ali di una farfalla e nelle postfazioni dedicate all’etere quintessenza, principio di una nuova rotta che connette anima-animale.

Grazie alle amiche Silvia Rosa, Valeria Bianchi Mian e alle co-autrici tutte.

Vi lascio con cinque poesie delle poete, le cui creature hanno viaggiato nel mondo dei miei sogni e sono simboli di studi nelle fiabe e nell’esoterismo.

Lumaca | Silvia Rosa

Questa casa è un coccio d’uovo

che grava sui miei giorni e a ogni alba

mi schiude al verde del cammino

e mi tiene come un pugno stretta in me:

l’ultimo e il primo dei rifugi

violato solo dalla morte.

Porto addosso l’evidenza di bastare

al mio respiro – unica regina

e solo re del mio destino –

di saper scrutare dalle zolle brune

della terra il movimento mistico

di Luna e astri al suo corredo.

Ho due antenne per afferrare il fruscio

del tempo e cavalcarlo all’infinito,

dondolando e rotolando via

su e giù per la spirale ipnotica

da cui mi origino, come un mantra

da ripetere lentissimo, lasciando

una scia trasparente di saliva colare

a picco, in ogni direzione, intorno

al fulcro esatto del mio enigma.

*

Ape | Ksenja Laginja

Nel tempo degli uomini

qualcosa ci separa dall’estinzione

è un filo rosso – dicono.

Madre, perché siamo prigioniere?

Ognuno ha la sua guerra.

Lascia che tutto muti

e divampi nel cosmo

prima che il tempo

ceda il passo all’inverno.

*

Farfalla | Teodora Mastrototaro

Un fenomeno sacro cola,

in forma di luce lo spazio

crudo tra le rughe delle ali,

segna sulla polvere che cambia

la forma del dolore senza morte

a farsi più cielo.

*

Cinghiale | Martina Campi

Il silenzio è un inganno del bosco, stasera

saliremo la collina prima del tramonto

con il sole inclinato sui nostri sentieri

segnati dai passi, andremo

accanto agli altri sentieri, i sentieri degli altri

(e voi non vi fermate)

[…]

*

Polpo | Valeria Bianchi Mian

[…]

Crollano sempre troppo presto

le attitudini all’innamoramento

dei marinai è nota la ballata

alla grande madre cefalopode.

Sentirsi prigionieri è un attimo

distante sette leghe dalla brama.

E dire che ella amava talvolta

l’avventuriero ebbro avvolto

nel suo tattile umore a ventosa

nell’erotica immemore mimesi

del gorgo che fu placentare.

[…]

Io sono una creatura moderna

con otto arti e altrettante mani

intingo le mie penne neuroni

le sinapsi a tre cuori in progetti

dipingo scrivo organizzo abissi

incanto un intreccio di lemnischi

nuotando senza colpa alcuna

in fuga da prigioni boccaporto

sputo inchiostro dritto negli occhi

se mi fissano in umido nel piatto.

*

Maria Giuseppina Barraco è una psicopedagogista, dottore in Scienze e Tecniche psicologiche, mediatrice familiare, Coordinatrice Genitoriale e conduttrice di gruppi di parola per figli di genitori separati. È socia professionista iscritta dal 2005 alla S.I.Me.F ( Società Italiana di Mediatori Familiari. Si è formata presso il Centro di Ateneo Studi e Ricerche Sulla Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove continua a seguire le iniziative di Formazione Permanente.
Dal 1991 al 1996 ha insegnato filosofia, psicologia e pedagogia presso gli istituti superiori della provincia di Trapani. Successivamente, ha lavorato in centri socio-nei educativi per minori in difficoltà e al Centro Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria del Comune di Marsala. In seguito, si è occupata di violenza di genere presso il Distretto Socio Sanitario dei “Servizi alla Persona” della città in cui vive e dimora.
Dal 1996 opera nei servizi pubblici nell’area della famiglia e minori e si occupa di conflittualità familiari e di gestione dei conflitti in materia di separazione e divorzio. Si è specializzata in counseling sistemico-relazionale e si è occupata anche di consulenza educativa, individuale e di coppia.
È una studiosa e ricercatrice delle teorie psicoanalitiche e ha pubblicato diverse recensioni di saggi psicoanalitici e di libri di poesia contemporanea. Inoltre, si dedica allo studio dei simboli presenti nelle fiabe e nei sogni.
Maria Giuseppina Barraco è stata relatrice a convegni nell’ambito dei seminari sui legami familiari e sul tema della separazione dei genitori, organizzati e promossi dall’Ente per cui opera.

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