
Ho una penna biforcuta
ho la lingua lunga –
mancina la mano, le dita
prensili – afferro
il corpo mercuriale
dello stile e stringo forte
masturbo il senso
gli monto a cavallo
lo inalbero e spremo
senza fargli male.
Non ho ancora trovato
la settima chiave
la giusta cottura
la mia misura tra il verso
e la saggezza – sono
decisamente in fieri.
Il dio dei verbi se la ride
diavolo nella bottiglia.
“Finché c’è vita”, dice,
“non mettere il punto”.
Valeria Bianchi Mian | 2020