Michela Zanarella e la sinfonia delle stagioni.

Apologia del sole, quando la parola è luce e amore.
Arcano numero XIX, colui che arde in cielo si riflette nell’anima umana – e viceversa, forse. È cosa di Apollo. È il caso quotidiano gemello del senso dei giorni, rappresentato sotto forma di fanciulli biondi e belli.
Non è forse la stessa ombra dell’astro, quel Sol Niger degli antichi alchimisti?
Il plumbeo elemento, debitamente messo in opera e cucinato a dovere dentro l’athanor dell’adepto, si rivelerà soltanto alla fine del procedimento per quel che è stato da sempre: il vero oro.
La filosofia del sole tracciata da Zanarella è una storia di coscienza vitale: non serve fuggire la luce ma non si deve nemmeno farne un vanto, perché l’illuminazione in tale caso sarebbe solo un velo, un gioco di specchi, un inganno. Il sole c’è, ipotesi o mero fatto, e pertanto va accolto, colto, compreso e goduto. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, nel ritmo che a una stagione ne fa seguire un’altra fuori e dentro l’anima. Come l’operatore nell’arte regia, la coscienza artistica e poetica è il Sol ermetico che non teme la notte perché sa benissimo che il proprio tragitto dentro le terre dell’Ovest lo riporterà – domattina – a risorgere da Est. Come il sole in cielo, presenza che ogni dì si rinnova, così è la coscienza quando si fa ricerca nella luce che prima o poi, errando e camminando, trova il proprio centro. Tra l’Io e le sue luminescenti azioni – immagine della vita attiva di ogni individuo nella frenesia del vivere – e la luce del Sé più profondo – il senso che unisce ogni dispersione – c’e la filosofia tracciata in versi forti e chiari dalla poetessa, un dialogo aperto tra il giorno e la notte nell’armonia tra mondo interno e mondo esterno.
Ho scelto quattro poesie per offrirvi uno sguardo sulla silloge di Michela Zanarella. Mi è piaciuto leggere questa silloge ascoltando Vivaldi. Potrei suggerirvi di fare altrettanto ma lascio a voi la scelta del sottofondo musicale, se ne gradite uno.
*
Restituire alla vita
lo stesso amore
che ci è stato dato dal cielo
raccoglierlo da terra
come se ci fosse luce
che cresce sotto l’erba.
E se occorre rimediare
farlo tornare questo amore
come un giorno pieno di sole
prima nell’anima e poi nel corpo
perché a volte serve riprendersi il tempo
di una scintilla sulla pelle
l’idea di un bacio che non muore
per scoprirsi prossimi all’infinito.
**
Chiedersi cosa contiene la luce
e se è sufficiente vederla con gli occhi
o è necessario conoscerla con tutto il corpo
fino a diventarne il guscio o il respiro
ogni volta che il cielo
ritrova se stesso nel giorno.
Nutrire lo sguardo di una moltitudine di albe
distanze, segrete alleanze
e avere la possibilità di portare l’anima
oltre il tempo
in quell’abbondanza di silenzio
dove il cuore è attratto da echi di sole
e l’amore si avvicina
a un’ipotesi di stelle.
***

Comprendere che l’amore
è acqua e fuoco e meraviglia
ancora prima della vita.
Arriva come un insetto
che punge silenzioso
e sottrae alle vene
i segreti di un’intesa con il sole.
Capire che il tempo
come l’aria lo contiene
e lo trascina per le strade
e negli occhi
fino a deciderne la fioritura
o il sepolcro
la vicinanza o l’imperfezione.
****

Rovi di more chiedono ascolto
mentre il sole scalda il volto delle pietre
e io mi fingo satura di bosco
quando invece non so più che colore fa l’autunno
alle cortecce.
Chissà cosa dice il fungo che germoglia senza voce
e dove si ferma il ciclamino orfano di luce.
Cosa resta della neve che ho vissuto
e del fiato che spingevo a eco nella valle
che io sappia solo il cielo ha memoria
dei miei silenzi stretti al vento nella sera
quando tutto era sogno quanto tutto era un mondo
che sa poco o quasi niente della notte.
Chi è Michela Zanarella?
Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: Credo (2006), Risvegli (2008), Vita, infinito, paradisi (2009), Sensualità (2011), Meditazioni al femminile (2012), L’estetica dell’oltre (2013), Le identità del cielo (2013), Tragicamente rosso (2015), Le parole accanto (2017), L’esigenza del silenzio (2018), L’istinto altrove (2019). In Romania è uscita in edizione bilingue la raccolta Imensele coincidenţe (2015). Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe “Meditations in the Feminine”, edita da Bordighera Press (2018). Autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. E’ tra gli otto coautori del romanzo di Federico Moccia “La ragazza di Roma Nord” edito da SEM. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. Ha ottenuto il Creativity Prize al Premio Internazionale Naji Naaman’s 2016. E’ ambasciatrice per la cultura e rappresenta l’Italia in Libano per la Fondazione Naji Naaman. E’ speaker di Radio Doppio Zero. Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio. Collabora con EMUI_ EuroMed University, piattaforma interuniversitaria europea, e si occupa di relazioni internazionali. Già Presidente della Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo (RIDE-APS), Capofila italiano della Fondazione Anna Lindh (ALF). Presidente Onorario dell’Enciclopedia Poetica WikiPoesia.
Ottimo post. Del resto, da te non mi aspettavo niente di diverso.
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Ma grazie!!! ❤
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Grazie a te per la risposta! 🙂
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