Perché?
Perché appioppare a un libro un titolo del genere, e perché fare conversazione con un teschio umano?
Perché scrivere e illustrare una silloge poetica dedicata agli arcani maggiori, più noti come Tarocchi?
Perché, perché?
Andiamo con (dis)ordine.

- Il teschio proviene dal cadavere di un contadino piemontese deceduto verso la metà dell’Ottocento. Legalmente posseduto da una cara amica psichiatra, il nostro personaggio ci osserva senza bulbi dalla ricca libreria della suddetta dottoressa, ed è lui che mi ha fatto venire l’ispirazione per la foto. Wilma Scategni (l’amica in questione) ci ha prestato volentieri il Signor Chi; l’ha dato in custodia a me e a Maura Banfo per creare questa serie di scatti* – ritratti in stile Maria Maddalena penitente. Penitente? Meglio dire per nulla pentita di essere se stessa.
- Con le carte, ormai lo sapete, ci lavoro: mi ci tuffo, dentro il Tarot, ci navigo nei 22 arcani, ci sguazzo, conduco gruppi di Tarot-Telling; ho creato il metodo del Tarotdramma e scrivo ovviamente i miei libri. Nel mio essere fan del Tarocchi, come sketcher (più che illustratrice) mi mancava la produzione di un mazzo. Il primo della mia vita. Dico primo perché ho in cova un altro progetto, ma si tratta di 82 carte e quindi ci metterò parecchi anni a portare a termine l’impresa eroica. Beh, insomma, anti-eroica: una lenta crescita, più che un’avventura.
A un certo punto, due anni fa mi sono messa a creare le illustrazioni per questa silloge che va a raccogliere le poesie più importanti per me, i versi scritti negli anni, quelli che sento più vicini al qui e ora. Ho raccolto i testi sotto l’egida di Imperatore e Papessa, Amanti e Temperanza, Stella e Senza Nome, Mondo… seguendo il filo verde più che rosso di una natura viva che si rinnova partendo da se stessa, e si addormenta, e riparte, e riemerge dalle ceneri come l’araba fenice o come, semplicemente, l’amor che sta in mezzo alle parole. - L’espressione “Vit(amor)te” mi accompagna da tempo, l’ho sempre ‘giocata’ perché è una sorta di gioco, sì, quello che viene alla luce. In questo ‘amore’, così come ha scritto in un post l’amico Maurizio Michel, probabilmente sta il colore violetto, che è il colore della Temperanza, una carta per me molto importante. Viola è anche il colore dei tessuti che vedete nel ritratto. Amore è il collante, certo, un gioco di parole che in altre lingue non regge ma nella nostra accoglie con Eros e, soprattutto, con la vitale Afrodite tutta la pienezza del significato.
- Recensioni al libro ne ho ricevute tante, se calcolate la sfortuna di andare in stampa in piena pandemia. Naturalmente, vi posterò qualche nota nei prossimi giorni.
- Estratti.
Il demone mi è simpatico io miagolo in dialogo con il Daimon, un Diavolo verde mela e verde salvia a infra-verde, verde fosforo e miele – ricordi il verdognolo della primavera.
Ti presento il demone demonetizzato, Libero Dioniso irrequieto. Sono una donna ricca di spirito, una donna in natura, una ruba anime che va a gusto, testo, tasto – sicura di concepire una figlia, la mia scrittura.
E ancora.
Studio un Rinascimento umano naturale nel rosa antico di Aprile che permea di perla la zona equatoriale del mio essere congiunta al ciclico reiterarsi di un progetto vitale. La vita in effetti mi vive e lascia che io la viva a cavallo delle stagioni. Sono un errante errore del sistema Thanatos fuggita al buco nero nel casuale ripetersi della botta di fortuna. Invecchio ringiovanendo lascio andare prendo foglia morta e seme tengo stretto un lembo del mantello invernale. La fine del mio mondo ritorna in Aprile all’inizio.
M’inchino al verde.

Prefazione di Giordano Berti, storico dell’esoterismo, curatore e creatore di mazzi arcani, critico d’arte e tanto altro.
*mezz’ora di lavoro e fotografie da produrre in super rapidità.