CORVO SUL MURO A DACHAU
L’esercito di nuvole al confine
annuncia l’arrivo dei becchini
un domino in corteo verso le fosse
nei Selfie ricercati dai turisti.
Corvo reo di spolpare vecchie ossa
gracchia “Arbeit macht frei”*.
Dice il mito nazifascista
rade al suolo la stessa cognizione
dell’umano potenziale nucleare
ordigno d’Io, il Folle nella massa
l’altro-da-chi, depurato del senno.
Dice: “un giorno del passato
è come un altro, futuro prossimo
di Morte ascesa al trono
a comandar le sorti della gente
col dito indice puntato sul bottone”.
L’esserci ribelle all’estinzione
è un gioco ai dadi ma senza il cavaliere
è scacco al Matto
d’ebreo errante, opera al nero
spirito apolide del tempo in questo Zero
è lume al limite in lingua straniera.
“Guarda adesso”, dice il corvo
dalla torre, “scruta il gelo affanno della notte
ché Babele è questa Europa
è nel tuo sangue
misto animale d’anima comune”.
Oggi in Francia i molossi e gli africani
schiavitù o fuga al centro, madre terra
il cui ventre va spartito brano a brano
coda uroboro per i diseredati.
Se questo è un uomo
il verme mangia tutti.
—
* (“Il lavoro rende liberi”)
Valeria Bianchi Mian || Poesie Aeree. Micro-giornale di versi || Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodrammatista, Metodo Tarotdramma, autrice di “Vit(amor)te. Poesie per arcani maggiori”, Miraggi Ed. ||
