MOKA | Una poesia nel tempo assente

TRINCEE DI SILENZI E SOLITUDINI

Penn Station, World War 2

*

Attraversai la ferrovia
come una stupida innamorata
Inebriata dalle luci delle sere
giovanili e senza un domani.
Acrobata sul filo dei miei misteri
Accecata dalla luce del lampo
Vittima degli scrosci delle mie paure,
in un continuo perdermi
le parole per te mi rigarono il viso
così tornasti a occupare il luogo
più nascosto di me:
sei la mia costola in più,
quella che tiene in piedi
la mia gabbia,
sei la sfrontatezza dell’essere.
Smisi di rinnegarmi tardi,
tu non volevi vedermi così,
avevi scavato trincee di silenzi,
i tuoi occhi e la mente lucidi
mi hanno fatto conoscere ogni curva
della solitudine
e la notte precipitosa dell’acqua.

*

Moka

Un tempo assente

Le Mezzelane, 2019

Prefazione di Claudio Ardigò

L’AUTRICE: BIO

«Nei versi di Moka colpisce il suo parlare del tempo che scorre implacabile nel sogno, nella solitudine nel silenzio. Sentimenti maturi e rari che abbracciano il cuore. Un’assenza reale dove il verso si scioglie in un essenzialità quasi ungarettiana con alcune immagini folgoranti.» (Claudio Ardigò)

[a cura di VBM]

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