
<di Valeria Bianchi Mian>
Mare del mare, il Metamare evoca la vastità dell’Amore e della Morte, solleva i cavalloni nella trasmutazione, rimescola il rapporto tra l’anima e lo spirito.
Se lo spirito è teso al tragitto, e con lo sguardo all’orizzonte mira allo scopo, l’anima sta tra acqua e terra, attende e al contempo desidera così fortemente l’amato da ribaltare i limiti in libertà. Potranno mai incontrarsi? Fissarsi in un mondo che possa chiamarsi realtà corporea della vita? Quello che provano è un sentimento indomito che appartiene all’umana erranza, al collettivo più che all’individuo.
Ed ecco il filo rosso che scorgo nel diario di bordo al quale mi approccio come se fossi testimone di un mistero al lume di candela, nello sciabordio ritmico che mi culla in una notte di plenilunio. L’inconscio acqueo che accomuna le coscienze nel viaggio, che accosta la vita di tutti noi al veleggiare continuo, si riflette nella spuma delle onde e nelle parole del pirata Senza Nome. Tra le righe colgo subito la sua forza, e la seguo lungo le pagine della fiaba poetica di Moka. Carteggio e diario, autobiografia di un soggetto che del mazzo di arcani maggiori evoca la tredicesima lama, chiamata sovente – se ci si riferisce alle carte dei Marsigliesi – Senza Nome, appunto, con un’Ombra innamorata. Protagonista della storia scritta da Moka – fondatrice dell’Associazione Licenza Poetica e collaboratrice de Il Babi Editore – è un errante, nostalgico e avventuroso poeta armato di spada e di penna, accompagnato da una sorta di Doppio amicale, come tutti gli eroi che si rispettino. Tra le onde oniriche, nel sogno che vede l’oceano come migliore metafora del tragitto esistenziale, nell’opus alchimistica che ambisce a riunire gli amanti alla fine del procedimento, in un periplo che attraversa isole e congiunge speranze a pericolo, si trasmutano l’agente – colui che scrive, il protagonista – e la destinataria della prosa, definita invece con molti e variegati Nomi: Piratessa, Signora, Luna, Verità e tanti altri evocativi volti così come nell’Ars ermetica avviene quando si chiamano in causa gli opposti elementi. Lui, lei e il Mare che collega e rimescola i rapporti: nel vaso del racconto cuociono gli stessi Sulphur, Mercurio e Sal sulla via dell’oro.
Nato da mare Madre, il Senza Nome non poteva che scorgere il femminile dentro i marosi, in una ricerca che sospinge il veliero dell’immaginazione. In un movimento sempre in fieri, mai definitivo.
12 Luglio, notte
Solo la Luna poteva svelare il mistero della Città dei Draghi.
(…)
Le scale sono state levigate dalla magia, ogni passo ne è la conferma per me è Jorvik. Siamo costretti a indietreggiare, ma l’amarezza di ricominciare, ogni volta, non ha scalfito la corazza forgiata dall’aspirazione di vedere il mondo con occhi nuovi.
Metamare ha pagine illustrate da Alberto Musetti, ed è uscito con Il Babi Editore nel 2021.
Vi regalo anche un piccolo spunto di riflessione sul tema del pirata interiore:
#poetiscrittori2
[…] Grazie a Valeria Bianchi Mian per la sua profonda analisi di Metamare. […]
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