Nuovo match a colpi di versi. Sul ring, due immagini di donna, due anime algide, due proiezioni regali. In “Ghiaccio” di Stephen Spender e “Volgiti sul tuo fianco e conducimi il giorno” di George Barker, entrambi poeti inglesi del Novecento, prendono vita figure nate da desideri profondi. Le immagini: schizzi a colori di Valeria Bianchi Mian.
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1.
Uscì dall’aria di neve in cui l’architettura
di ghiaccioli sospesi disponeva
un vello bianco attorno
alla piazza barocca. Vidi il suo volto gelido
dentro la sua pelliccia e le mie labbra
un fuoco vivo parvero raccogliere
dal caminetto acceso nella stanza in cui
avevo atteso nella mia poltrona.
Questo fuoco baciai sulla mia pelle
osservando il calore che le guance
di lei ora faceva rifiorire
mentre al mio affetto gli occhi sorridenti
splendevano del sano esterno freddo
trattenendo in se stessi la sua luce.
Dimenticai, finora, questo giorno.
Ma perché mi ricordo ora con tanta forza
che quando entrò non vidi la passione
del suo Dicembre bianco?
(Stephen Spender)
2.
Volgiti sul tuo fianco e conducimi il giorno
amore mio, colpita dallo scettro, murata
nel muro di vetro del sonno. Lentamente
fuga le nubi dell’aurora boreale del tuo occhio
e mostra i tuoi segreti iceberg, i tuoi doni
di mezzanotte al mondo dagli occhi verdi e a me.
Il peccato
s’avvolge a spirale nell’aria sottile
quando ti svegli, e ancora la mattina annuncia
un’amnistia
al letto che fu regno del serpente. Tua madre
osservò con un occhio di colomba il sospiro notturno
e mai dimenticabile levato all’innocenza quando tu
ponesti
un monumento splendido nel tuo mare amoroso.
Guarda quaggiù, Ondina,
il tridente che colpì i figli dalla roccia della vanità.
E rivolgiti al mondo, colpita dallo scettro, affascinata,
amore mio
rivolgiti al mondo e conducimi al giorno.
(George Barker)