DANZANO FANCIULLE
Su arazzi lunari,
rondini notturne
garriscono
verso innocenza d’astri.
Ali e criniere:
arabeschi di cavalli
è il cielo.
Gli occhi sollevano onde,
ridiscendono luce
fra oscillanti alghe.
Fiori pensili:
illusorie armonie
di corolle.
Navigli
cancellano maree
e insidie lunari. L’anima
rinasce fra le spume
nella casta
nudità dell’alba.
—
Il nastro rosso di affetto e stima che mi lega alla poetessa Maria Teresa Liuzzo è intreccio di fili in più tonalità: la gentilezza e il dono reciproco sono certamente un colore di base nel disegno che ne risulta. Lo schizzo del nostro incontro potrebbe rappresentare una cassetta delle lettere, una busta che contiene poesie, una voce al telefono che collega Nord e Sud in un sentire eracliteo comune. Tutto scorre, noi siamo e restiamo dinamicamente nel flusso della vita. (nota 1)
Multiforme, la creatività di Maria Teresa:
– bambina scrittrice di memorie autobiografiche, fanciulla che non si vergogna più di narrare gli abusi subiti, le violenze terribili patite dal Grande Padre – archetipo ancora sottoposto, oggi, a rielaborazioni continue per poterne forse un giorno vedere gli aspetti più luminosi.
– donna poetessa, tessitrice di versi pieni degli odori del mediterraneo, gonfi di vento e mare, ruvidi e dolci di terra calda e ulivi, pregnanti di sole e luna, animati dal paesaggio a Sud della penisola e del corpo.
– sapiente editrice di testi poetici, A.G.A.R. Edizioni, curatrice de Le Muse, rivista cartacea bimestrale, preziosa, gioiello che segue la linea di una distribuzione per appassionati, la condivisione del cofanetto speciale, l’essenza.
La nostra triplice Maria Teresa fa Terapia Poetica in ogni sua mossa, tra penna e sguardo, in mani e occhi. Tutto il suo sentire è in gioco, il pensiero si muove con l’istinto, sulla strada della costante cura della propria ferita.
Una carezza sulla cicatrice che accomuna coloro che dell’anima esplorano le selve oscure e i cieli più luminosi.
—
CRUCIVERBA DI PETALI
Passi di mirto raggiungono
costellazioni:
ma si snodano
cruciverba di petali
s’intrecciano gardenie
e gambi di papaveri, bagliori
su pallidi sorrisi…
S’inabissano isole
nel delirio della terra
ago siamo e filo
dell’intelletto. La rosa
mostra squame di serpente
in trasparenza di veli
indifferente
al fango che la scuoia.
—
(nota 1 – Eraclito e Liuzzo, uno scorrere panta rei sottolineato dal Prof. Antonio Martone, Univ. di Salerno nella recensione a Miòsotide / silloge edita da A.G.A.R.)
L’ha ripubblicato su Alessandria today @ Web Media. Pier Carlo Lava.
"Mi piace""Mi piace"